Vittorio Emanuele I

Vittorio Emanuele I (1802-1821)
VITTORIO EMANUELE I
Re di Sardegna

Vittorio Emanuele I, quarto figlio di Vittorio Amedeo III, nacque a Torino il 24 luglio 1759. Sposò Maria Teresa d'Austria, dalla quale ebbe sei figli: Maria Beatrice, Maria Adelaide, Carlo Ema-nuele (morto nel 1799), Maria Teresa, Maria Anna (che sposò l'Imperatore d'Austria Ferdinando I) e Maria Cristina, che fu consorte di Ferdinando Il di Napoli.

L'inizio del suo regno fu tristissimo: fu a Roma e a Gaeta prima di approdare in Sardegna, dove introdusse alcune riforme nell'amministrazione e costituì un piccolo, ma agguerrito esercito. Con-tinuavano intanto le prepotenze francesi nei confronti di Casa Savoia, alternate da iniziative di-plomatiche, che avevano comunque lo scopo di allontanare definitivamente il Re dal Piemonte. Vittorio Emanuele respinse con fermezza ogni compromesso.

Caduto Napoleone, il Re poté finalmente tornare nella sua Torino. Le potenze europee gli restituirono gli antichi Stati ai quali furono aggiunti, dopo complesse trattative diplomatiche, quelli che erano stati i territori della Repubblica di Genova. Il Re ottenne anche che le potenze riconoscessero il diritto di successione in favore di Carlo Alberto di Savoia Carignano.

Il Re si accinse a ricostituire lo Stato secondo gli antichi ordinamenti, senza tener conto che la do-minazione francese non era passata invano. Ciò provocò la reazione degli elementi liberali. I moti cominciarono il 9 marzo 1821 e si estesero rapidamente in tutto il Piemonte, con il favore degli ufficiali che provenivano dall'esercito napoleonico. Il Re avrebbe potuto facilmente avere ragione dei rivoltosi, che non avevano l'appoggio popolare, ma non volle che si sparasse sulla sua gen-te e preferi abdicare (13 marzo) in favore del fratello Carlo Felice, affidando nel frattempo la reg-genza a Carlo Alberto.

Morì a Moncalieri il 10 gennaio 1824.
A Vittorio Emanuele I si deve l'istituzione dell'Ordine Militare di Savoia, tuttora esistente come Ordine Militare d'Italia.

Allegato a Italia Reale, n. 9 - 1999