Vittorio Emanuele III

Vittorio Emanuele III (1900-1946)
VITTORIO EMANUELE III
Re d'italia

Il Re Soldato

Nato a Napoli l'11 novembre 1869 da Umberto I e da Margherita di Savoia.
Sposò (1896) Elena Petrovich Njégoch, Principessa del Montenegro, dalla quale ebbe cinque figli: Jolanda, Mafalda (martire di Buchenwald), Umberto, Principe di Piemonte, Giovanna (Regina di Bulgaria) e Maria.
Salì al trono nel 1900, dopo l'assassinio di suo Padre ed avviò una serie di riforme sociali, mentre la Regina Elena si conquistava l'affetto del Popolo, che la chiamò "Regina della carità". Con la guerra contro l'Impero ottomano (1911) conquistò all'Italia la "Quarta sponda" libica. Nella prima guerra mondiale si guadagnò l'appellativo di "Re Soldato" per la sua continua presenza al fronte. Al Convegno di Peschiera (1917), dopo Caporetto, gettò le basi della Vittoria.
I torbidi rivoluzionari del dopoguerra suscitarono la reazione del Fascismo. Il 28 ottobre 1922 il Re diede l'incarico di formare il Governo a Benito Mussolini, che ottenne la fiducia e poi i pieni poteri da una Camera liberamente eletta, con una maggioranza schiacciante. Non fu possibile impedire la successiva deriva autoritaria del Fascismo, per il grande consenso che l'accompagnava e che ebbe il suo culmine con la conquista dell'Impero (1935-36); tuttavia si deve al Re se il Regime non diventò mai una dittatura totalitaria.
L'impresa di Albania diede al Re l'effimera corona di quello Stato. Poi l'Italia fu precipitata, contro il suo volere, nella seconda guerra mondiale, che doveva concludersi con la sconfitta. Il Re affrontò con fermezza la crisi del Regime (25 luglio 1943), ma l'anticipato annuncio dell'armistizio da parte degli Alleati (8 settembre) mise in crisi lo Stato e l'Esercito. Il Re si trasferì a Brindisi, salvando così lo Stato legittimo: merito altissimo che gli fu rimproverato come un delitto.
Abdicò il 9 maggio 1946, do-nando all'Italia la sua preziosa collezione di monete. Morì esule ad Alessandria d'Egitto il 28 dicembre 1947.

Allegato a Italia reale, n. 4 - 1996